Come affrontare i disturbi alimentari

Oggigiorno se ne sente parlare con sempre maggiore frequenza, specchio di un dato che purtroppo è in costante crescita. I disturbi alimentari fanno parte della nostra attuale società, e lo fanno con una presenza forte e radicata. Sempre più persone ne soffrono ed il ventaglio di tipologie è parecchio variegato, come possono certificare i professionisti del settore quali Studiolevele.net nel tracciare un quadro della situazione.

Cominciamo però dal principio: che cosa sono i disturbi alimentari? Questa definizione sembra di semplice spiegazione, ma in realtà lascia presagire una molteplicità incredibile di situazioni. In generale, i disturbi del comportamento alimentare (anche riconosciuti come DCA o disturbi dell’alimentazione) sono una serie di patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari appunto, che sfocia però a sua volta in un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Andiamo a vedere più nel dettaglio.

Disturbi alimentari: quali sono i più diffusi

Si tratta di una categoria di disturbi in continua evoluzione, tanto che i punti di riferimento che pensavamo di avere ottenuto dal loro studio stanno progressivamente mutando. Questi disturbi infatti insorgono, parlano in linee generali, prevalentemente durante l’adolescenza e soprattutto in soggetti di sesso femminile. Entrambe queste affermazioni vanno però maneggiate con cautela, perché entrambe stanno subendo modifiche: l’età media continua ad abbassarsi, mentre la percentuale di casi sparsi nel mondo maschile è in aumento.

Quali sono i disturbi alimentari più diffusi? Al primo posto c’è sicuramente l’anoressia nervosa, seguita dalla bulimia nervosa. Questi sono i più famosi e quelli di cui sentiamo maggiormente parlare, ma non bisogna assolutamente pensare che siano gli unici. Estremamente diffusi sono infatti anche il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) e la night eating syndrome (sindrome da alimentazione notturna), senza dimenticare l’ortoressia nervosa, la vigoressia, il vomiting e la drunkoressia, per citarne alcune.

Come abbiamo detto si tratta di un mondo tristemente variegato e che, essendo in strettissimo contatto con l’aspetto psicologico delle persone che ne soffrono, presenta variabili e sfaccettature sempre differenti. In generale però, possiamo riassumere i comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione – legato a quelle tipologie volte alla perdita di peso – nel quadro seguente. Chi ne soffre presenta solitamente una diminuzione dell’introito di cibo fino ad arrivare anche al digiuno, delle crisi bulimiche, il vomito per controllare peso ed altri stratagemmi quali l’uso di anoressizzanti, lassativi e diuretici.

Come riuscire a curarli

Soffrire di disturbi alimentari può essere definito come uno dei principali mali del nostro secolo, dal punto di vista medico e sanitario. Una patologia di questo tipo infatti non sconvolge solamente il fisico a colui che ne soffre, ma anche il suo aspetto mentale e di riflesso la sua vita: tutto questo, inoltre, ha ripercussioni gravi e fortissime sulla vita di tutte quelle persone che gravitano attorno al soggetto colpito e che in qualche modo lo tengono a cuore.

Oltre all’aspetto empatico, soffrire di questi disturbi causa anche problematiche per il soggetto dal punto di vista relazionale, sociale e lavorativo. Si tratta di un male profondamente radicato che è davvero molto complesso da affrontare. Anche perché, in molti casi, gli stessi soggetti che ne soffrono non ne sono consapevoli oppure lo sono ma non hanno intenzione di fare passi in una direzione che porti ad una cura.

Come è possibile quindi curare una situazione di questo tipo? Per l’appunto, per prima cosa è fondamentale riconoscere di avere un problema, passo tutt’altro che scontato per la maggior parte di coloro che soffrono di questi disturbi. Poi, è necessario affidarsi a specialisti del settore che per prima cosa faranno una corretta valutazione diagnostica. Solo successivamente sarà il momento di seguire un trattamento, solitamente multidisciplinare e integrato.

Si interverrà dal punto di vista del regime alimentare andando a creare diete apposite e modificando chiaramente la tabella nutrizionale a seconda delle esigenze specifiche, ma nello stesso tempo sarà fondamentale seguire un percorso psicologico anche in questo caso studiato e costruito ad hoc per il paziente in questione. Altrimenti, la prima categoria di contromisure potrebbe addirittura rivelarsi inutile pur mostrando segnali di ripresa positiva nell’immediato.